L’anno dei video in diretta: Periscope, Meerkat e Facebook Live

Condividi su Facebook [0]

Sarà questo l’anno in cui tutti andremo in diretta con la nostra trasmissione personale? Chi lo sa.
I video sono un successo sui social network e nel 2016 potremmo anche abituarci a trasmettere in diretta la nostra vita e quello che ci circonda, per svago, per documentare un evento importante, per condividere conoscenze, per istruire, per mostrare il dietro le quinte di un lavoro o di un evento. Basta una app sul telefono e il gioco è fatto.

Cosa accomuna le applicazioni esistenti e probabilmente anche quelle in arrivo? La semplicità d’uso: registrarsi e andare live è questione di una manciata di minuti, facile e alla portata di tutti. Oggi vediamo in breve quali sono e cosa fanno le app più conosciute del momento: l’invito, dopo aver letto come funzionano, è a provarle per scoprire quanto sono divertenti e utili e quante persone e aziende le stanno già usando molto bene.

Periscope

È un prodotto di Twitter, app dell’anno sull’Apple Store, studiato per “guardare il mondo con gli occhi degli altri”. Usare Periscope è semplice, per andare in diretta basta cliccare sul pulsante al centro dell’app. Durante la trasmissione, chi assiste può anche scrivere messaggi, inviare cuori di apprezzamento battendo un dito sullo schermo del telefono e condividere il live con i propri contatti.

Da spettatori si può andare in giro per la mappa del mondo di Periscope a scoprire le trasmissioni altrui: capita di trovarne alcune bellissime che mostrano luoghi fantastici, altre interessanti ed emozionanti come quelle di un musicista che trasmette una propria performance o un professionista che trasmette il suo sapere in appuntamenti dedicati.

Periscope ha una caratteristica speciale: ogni live scompare dopo 24 ore dalla diretta, anche se in circolazione ci sono già app che permettono di salvare i live e magari riproporli su altri canali.

Tutto facile, quindi? Sì e no: è semplice andare in diretta, meno facile capire cosa trasmettere per attirare l’attenzione di chi si vuole “agganciare”. Chi vuole usare Periscope per parlare del proprio lavoro o dare contenuti interessanti non può quasi mai improvvisare: meglio andare in diretta con un piccolo “copione” di argomenti da trattare o particolari da mostrare.

Meerkat

Meerkat è arrivato poco prima di Periscope e fa più o meno le stesse cose: permette di andare live con la propria trasmissione, mentre da spettatori si può partecipare esprimendo la propria approvazione cliccando sull’icona a forma di cuore, lasciando un messaggio o condividendo il live dove si preferisce.

Dopo essersi registrati sull’applicazione con il numero di telefono o attraverso Twitter, fare il proprio live è facile, basta dare un titolo alla propria trasmissione e iniziare la diretta. Una volta terminata, la diretta può essere salvata sullo smartphone per rivederla e riutilizzarla, altrimenti viene persa. In più, Meerkat permette di programmare una diretta e di farlo sapere in anticipo ai propri follower.

Facebook Live

Facebook non sta certo a guardare e si prepara a dare la sua funzione Live a tutti dopo averla fatta provare ad alcuni account selezionati (in Italia l’ha usata tra i primi anche Gianni Morandi), e alle pagine verificate, cioè quelle con il bollino blu.

Live è un po’ diverso da Meerkat e Periscope: i video non scompaiono ma restano nella timeline a meno che non si decida di cancellarli, comportandosi quindi come tutti gli altri contenuti. Ogni volta che si va live si può scegliere un pubblico selezionato o meno: nel caso di trasmissione pubblica sarà Facebook a decidere un numero di persone tra gli amici a cui notificare la diretta. Chi vuole seguire i live di una persona può iscriversi alle sue trasmissioni e Facebook invierà una notifica ogni volta che la persona in questione sarà live.

Non sappiamo se questo tipo di trasmissioni sarà davvero un successo ma siamo disposti a scommetterci: la tecnologia c’è, le app funzionano e presto o tardi anche mandare in diretta alcuni pezzi della nostra vita o del nostro lavoro potrebbe sembrarci più normale di quel che pensiamo oggi. Noi siamo curiosi di vedere cosa accadrà nel 2016, e voi?

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.