Cosa leggiamo e cosa condividiamo su Facebook, tra notizie e status personali

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“L’ho letto su Facebook” potrebbe essere il “l’ha detto la tv” di una volta. Non è sbagliato a priori: spesso Facebook è davvero una buona fonte di notizie e finisce per sostituire la lettura del quotidiano o la visione di un telegiornale.

Succede per motivi semplici e comprensibili: siamo tutti su Facebook e lo consultiamo con frequenza, in mobilità o quando siamo seduti davanti al pc, a letto prima di dormire, appena svegli.

In più, lo sappiamo, Facebook fa di tutto per tenerci al suo interno: per farci parlare con gli amici, per guardare video e trasmetterli, per discutere con chi ha i nostri interessi nei gruppi dedicati e naturalmente per informarci, regalandoci l’idea che il tipo di notizie che leggiamo non siano solo quelle che vogliamo leggere e che confermano i principi e i valori in cui crediamo (ne parleremo più avanti).

Usare Facebook non è una cattiva abitudine ma certo è bene essere consapevoli di quello che succede al suo interno. Facciamo una piccola riflessione.

Qualcosa è cambiato: gli status su Facebook sono sempre meno personali

Cosa è successo in questi anni di sviluppo di Facebook e a noi che lo usiamo? Il social network nato per farci stabilire delle amicizie con persone che conosciamo più o meno bene ha cambiato rotta da parecchio tempo, assecondando l’uso che noi tutti abbiamo deciso di farne.

Il concetto di amicizia su Facebook negli anni si è infatti trasformato e allargato: siamo amici di persone che conosciamo ma anche di persone che non abbiamo mai visto in vita nostra ma con le quali c’è affinità, con colleghi di lavoro e amici degli amici.

In teoria, ogni volta che pubblichiamo uno status su Facebook potremmo scegliere tra impostazioni di privacy molto raffinate, ma chi di noi ha tempo e voglia di farlo per ogni messaggio? Così, al massimo, cambiamo tra messaggio pubblico e riservato agli amici e, proprio perché gli amici possono essere molti e di natura diversa, cominciamo a postare meno informazioni sulla nostra vita privata, meno fotografie di quello che facciamo, meno considerazioni personali.

Molte persone riservano queste informazioni personali ad altri social, il che spiega in parte il successo di piattaforme come Snapchat e anche quello di Instagram (che è comunque di Facebook), dove le persone sembrano sentirsi più a loro agio nel condividere i momenti personali della loro vita.

Cosa succede, allora? Su Facebook si moltiplicano le condivisioni di notizie, video, meme, gif animate, che sono sempre un modo di dire come la pensiamo ma in maniera più sfumata. E più notizie circolano, più Facebook assume l’aspetto di un network di news, dal quale attingere per restare informati.

Il social network di Mark Zuckerberg tenta comunque di reagire a questa tendenza, per esempio spingendo nuovi servizi come i video in diretta, facili da fare e immediatamente condivisibili con tutti, o riproponendo le foto del passato giorno per giorno, invitandoci a ricondividerle.

Cosa succede nel mondo delle news

Il mondo delle news non sta certo fermo e spesso stringe con Facebook degli accordi per emergere ancora di più all’interno del social network. Un esempio sono gli Instant Articles, gli articoli che si possono leggere da mobile senza aspettare quei pochi secondi di passaggio da Facebook al browser e formattati perfettamente per una lettura agevole.

Ma il problema, se pensiamo che un problema ci sia, non sta tanto nelle iniziative della piattaforma né in quelle degli editori, semmai in noi stessi e nel modo in cui usiamo Facebook. Come spiega un bel pezzo del Guardian, viviamo in un periodo in cui ADSL e altre connessioni a Internet sono disponibili quasi ovunque e ci muoviamo sempre connessi: siamo liberi di curiosare e di informarci, di accedere a fonti infinite ma siamo umani e per natura tendiamo a vivere nelle nostre bolle e a cercare conferme alle idee che ci siamo già fatti.

In questo senso, vivere molto su Facebook – cosa che secondo lo stesso Facebook già facciamo, per almeno 50 minuti ogni giorno – ci spinge ancora di più all’interno di questa bolla.

Quando poi emergono alcune notizie come l’uso di Facebook di giornalisti addetti al “filtraggio” delle news per fare emergere alcune notizie e non altre come trend sulla piattaforma – storia ancora tutta da dimostrare e smentita da Facebook, come racconta Il Post – l’effetto potrebbe essere dirompente e farci venire il dubbio di essere davvero in uno spazio piccolissimo.

Cosa possiamo fare per usare bene Facebook

Non abbiamo manuali di “buon uso di Facebook”, ma come azienda che fornisce alle persone la possibilità di accedere a Internet crediamo sempre e ancora che esserci sia meglio che non avere accesso al web, Facebook compreso. Così come crediamo che si possano fare alcune azioni semplici ma importanti per migliorare il tempo che passiamo online, senza rinunciare al divertimento puro.

  • Aggiustare il feed di Facebook dando rilevanza a persone, pagine e fonti di notizie interessanti, che sappiamo essere scrupolosi nella scelta di quello che divulgano e che si impegnano a farlo bene e verificano fonti e fatti prima di far circolare le news: è facile, basta scegliere alcune pagine e profili e, cliccando sul pulsante “Mi piace” o “Segui”, scegliere di vedere per primi i loro aggiornamenti, come abbiamo spiegato in questo post sulle funzioni di Facebook da conoscere.
  • Cercare di essere volani di news verificate: non significa trasformarsi in giornalisti ma sposare pratiche corrette e semplici come aspettare prima di far circolare uno status dubbio, a rischio bufala, migliorando la nostra esperienza di utenti e quella dei nostri amici e conoscenti. Oppure cercare online per provare l’attendibilità della notizia.
  • Provare a usare almeno un altro social oltre a Facebook, magari Twitter: nonostante i cambiamenti passati e quelli che avrà in futuro, per il momento rimane ancora un posto molto interessante, dove andare alla ricerca di contenuti rilevanti. Oppure iscrivendosi a un po’ di newsletter interessanti, che arrivano nella Inbox e possono essere lette con tutta calma e offrirci punti di vista alternativi.
  • Condividere quello che si conosce dei social con le persone più anziane e con i più giovani: in particolare, educarci a capire il peso e la responsabilità di quello che scriviamo e affermiamo sui social.
  • Non dimenticare che Facebook non è un news network ma, prima di tutto, un business network, e conservare nei suoi confronti un approccio “laico”: la consapevolezza è il miglior modo di ricavare il meglio che Facebook offre in termini di amicizie, conoscenza e altre opportunità di crescita personale.

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