6 libri da regalare (o da leggere) a Natale

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Anche nel 2021 torniamo con il nostro secondo appuntamento dedicato ai libri.

Dopo i suggerimenti di lettura per l’estate, ecco i consigli per le feste natalizie come sempre a cura di Luigi De Luca, il nostro Responsabile della Comunicazione e lettore appassionato: 6 libri da regalare alle persone più care o da acquistare per dedicarsi alla lettura.

I libri che Luigi presenta qui sono una parte di #SpicchiDiLibreria, sua iniziativa personale dal 2013 al 2015 su Instagram e portata quest’anno su Facebook per festeggiare i vent’anni di Aphorism, il sito dedicato agli amanti della lettura, agli scrittori e ai talenti emergenti. Luigi ha scritto cinquantadue recensioni in un anno (il termine è previsto per il 29 dicembre) con l’intenzione di avvicinare nuovi lettori e far scoprire libri interessanti a chi già li ama.

Le Benevole (Les bienveillantes, 2006)

Sono mille pagine, una storia lunga e drammatica che va dall’ascesa al potere dei nazisti fino alla sconfitta militare della Germania. Nel mezzo, il delirio del fanatismo ariano, l’ebbrezza delle vittorie e la tragedia dell’Olocausto.

La storia è potente e indimenticabile: un’epopea monumentale del protagonista che ricorda le carriere e la corruttela delle gerarchie naziste. La classe, la cultura, le competenze di menti geniali al servizio del male non salveranno dalla sconfittà uomini che si credevano divinità: è solo questione di tempo.

Le Benevole non è mai banale, senza censure esprime i ricordi di un militare tedesco sopravvissuto in modo rocambolesco al secondo conflitto mondiale. Il lettore dovrà confrontarsi con l’ideologia, la logica, l’istinto e la razionalità di cui è intriso il protagonista. Guerra, morte, amore, sesso, musica classica, filosofia, antropologia, tanti argomenti diversi compaiono come dei corollari alla storia principale, quasi a rappresentare delle vie di fuga dal grande dramma umano che si sta consumando durante la narrazione degli eventi: l’Olocausto.

Tutto ciò descritto da un punto di vista particolare, molto particolare. Da scoprire.

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La città dei ladri (City of Thieves, 2008)

San Pietroburgo nel 1941 si chiamava Leningrado ma l’incanto dei suoi palazzi e dei corsi d’acqua che la caratterizzano ancora oggi, restò immutato anche sotto l’assedio nazista. La morsa tedesca accrebbe l’orgoglio dei cittadini che, stremati dalla fame, si opposero eroicamente anche con milizie spontanee, non inquadrate nell’esercito regolare.

In seguito a una sortita coraggiosa per catturare un paracadutista tedesco, il giovanissimo Lev abbandona la sua postazione di sorveglianza e viene colto dalla polizia militare sovietica proprio mentre sottrae il coltello al cadavere del militare nazista, morto assiderato durante il volo.

Il corpo del nemico è una proprietà del partito comunista e Lev viene considerato un ladro: la pena prevista è la morte. Nonostante la sua fedeltà alla resistenza, ha scarse possibilità di salvezza. La stessa sorte aspetta il sospetto disertore cosacco Kolja.

I due si conoscono in carcere, in attesa del giudizio sommario di un colonnello dell’Armata Rossa che sta per sposare una figlia. Per lei vuole un matrimonio vero, completo di tutto, anche la torta nuziale. Nonostante la fame e la miseria, l’ufficiale è riuscito a raccogliere tutti gli ingredienti: zucchero, miele, farina ma non le uova! Servono una dozzina di delicatissime uova da cercare per la città distrutta, e decide di affidarsi a quelli che pensa siano due abili ladruncoli.

Non sarà facile portare a termine questa missione ma per Lev e Kolja è l’unica possibilità di avere salva la vita. Ce la faranno?

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Il fondamentalista riluttante (The Reluctant Fundamentalist, 2007)

Changez parte dal Pakistan e grazie alla sua famiglia, benestante seppur in decadenza, riesce a studiare nelle migliori università americane. Subito dopo la laurea lavora nel cuore finanziario di New York. Analista apprezzato, si integra facilmente con gli usi e i costumi americani: mangia, beve, conosce donne prima del matrimonio e si innamora della tormentata Erica. Sarebbe pronto a qualsiasi cosa per lei, qualsiasi.

Il suo 11 Settembre si compie mentre è all’estero, impegnato a smembrare un’azienda di famiglia come farebbe un qualsiasi squalo della City. Ormai è uno di loro. O forse no?
No, non sarà mai uno di loro e se ne accorge proprio al rientro a New York, quando viene guardato e trattato come un nemico. E perché? Per la carnagione? I lineamenti del viso? Il nome sui documenti?

“Allora è così che mi volete?” – sembra chiedersi Changez. Inizia quindi la trasformazione fisica che lo porterà a far crescere la barba, a cambiare look e a tornare nel suo Paese mentre gli USA invadono l’Afghanistan.

Questa storia la racconta nei dettagli lo stesso Changez a un misterioso americano mentre sono seduti ai tavolini di un bar di Lahore. Intorno a loro c’è tensione: gli sguardi dei camerieri, i venditori ambulanti di passaggio, i movimenti sospetti, le luci al tramonto. Tutto sembra complottare contro quelle due persone che parlano da ore. Chi è l’americano? Perché è lì? Gli succederà qualcosa?

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Il conte di Montecristo

1200 pagine più o meno, in base all’edizione. Il volume è imponente, massiccio; da digerire visivamente ancora prima di aprirlo. Dimensioni, peso, lunghezza mi hanno sempre fatto desistere, poi nel 1996 è arrivata la svolta: vedo “Sleepers” al cinema e diventa subito uno dei miei film preferiti. Nella pellicola di Barry Levinson “Il Conte di Montecristo” viene citato diverse volte e la mia curiosità aumenta: l’ingiustizia, l’intrigo, la storia d’evasione e vendetta mi convincono del tutto e, finalmente, nel 1999 leggo uno dei libri più belli della mia vita.

Mi sorprese l’attualità della trama e la resa della traduzione: pensavo di trovare un tomo pesante e difficile da leggere, invece fu una passeggiata piacevole in un’altra epoca e con meccanismi e dinamiche sempre attuali.

Le rocambolesche avventure di Edmond Dantès, imprigionato ingiustamente e angelo vendicatore dopo l’evasione, catturano il lettore sin dalle prime pagine. Impareremo a conoscere i buoni e i cattivi di questa lunga storia, ameremo e odieremo i protagonisti e il contesto in cui si svolge la trama; la Francia postnapoleonica, alle prese con la restaurazione e il ritorno spavaldo della nobiltà.
Siete pronti a conoscere Mercedes, Danglars, Mondego, Villefort, Faria e tanti altri personaggi indimenticabili?

Non fatevi spaventare come me dal numero di pagine, volano via e poi oggi c’è la versione digitale che sicuramente è anche più… tascabile!

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Lionel Asbo: Stato dell’Inghilterra (Lionel Asbo: State of England, 2012)

Il protagonista che dà il titolo al romanzo è un personaggio scomodo, decisamente sopra le righe: politically correct e buonismo non fanno per lui. Mi ricorda il prototipo di “hooligan” vecchie maniere, in pratica quel genere di persone che con i loro comportamenti hanno messo in imbarazzo l’Inghilterra calcistica (e non solo).

Cosa succede se un tale buzzurro, paranoide e violento si improvvisa “educatore” di un giovane nipotino e, soprattutto, diventa milionario dopo aver vinto la lotteria?
In questo romanzo spassoso e satirico Martin Amis prova a immaginare qualche risposta, raffinando un paradosso molto credibile: la ricchezza può trasformare l’aura delle persone e renderle attraenti, avere la ribalta e diventare popolari soprattutto con la complicità dei media. E se fossero proprio questi ultimi, tramite la propagazione di modelli negativi, i responsabili della decadenza e dell’abbrutimento della società civile?

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Il bello della vita (This Is Life, 2012)

Tutto inizia per caso, da un gesto superficiale che cambia profondamente la vita di tante persone. Aurélie studia in un istituto d’arte a Parigi e per decidere chi sarà il protagonista del suo progetto, lancia un sassolino che colpirà qualcuno e innescherà una serie di eventi incredibili che si intrecciano in modo incalzante.

Anche qui l’arte contemporanea, la televisione, il giudizio del pubblico sono determinanti nel bene e nel male. Viene rappresentata una realtà, a tratti grottesca, che ci riguarda e non stupisce nella sua verosimiglianza.
Dan Rhodes ci offre prospettive diverse, situazioni impensabili e tragicomiche che coinvolgono il lettore e danno speranze per un futuro migliore. Ne abbiamo decisamente bisogno.

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Foto di copertina di Sonja Punz da Unsplash

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