Emoji: faccine ovunque (e perché non possiamo più farne a meno)

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Vi piacciono le reactions di Facebook? Facebook le ha introdotte a commento dei post, in aggiunta allo storico “pollicione” per dire che un contenuto ci è piaciuto.

via GIPHY

L’introduzione delle Reactions ha fatto riflettere soprattutto chi si occupa di social media per mestiere. Come interpretarle? Una faccina triste sta dicendo “non mi piace quello che hai condiviso” o si riferisce al contenuto di un post, per esempio quando si condivide il video di un fatto triste o spiacevole?

Adesso che le Reactions sembrano già entrate nella nostra quotidianità (come ci adattiamo veloci ai cambiamenti, vero?), tutto ci sembra molto meno complicato che all’inizio. Forse anche migliore. Ne parleremo tra un po’.

Gli emoji ci piacciono, in aggiunta e al posto delle parole

Entrati nel dizionario come parola dell’anno nel 2015, gli emoji sono parte del nostro linguaggio quotidiano e per molti di noi è quasi impossibile scrivere dei messaggi senza rinforzarli e completarli con una faccina o un altro emoji.

Come dicevamo per le gif animate, e come spiega molto bene Buffer, azienda che si occupa di social media e comunicazione, gli emoji sono così efficaci perché comunicano emozioni e stati d’animo in maniera semplice e immediata completando il senso di una informazione.

Questo succede anche perché noi reagiamo a una faccina come se avessimo davanti la persona con cui stiamo parlando: sui social, in una chat, in una email, in un messaggio di Whatsapp o via SMS, capiamo al volo il senso corretto di una frase e questo ci stimola a usare sempre di più emoji.

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A proposito: sapete qual è la faccina più utilizzata al mondo? Provate a indovinare, la risposta è alla fine del post ;-)

Non è difficile capire questo tweet anche se non contiene parole, vero?

 

La catena di pizzerie Domino’s usa spesso gli emoji nella sua comunicazione, tanto che per ordinare una pizza si può usare anche l’emoji “fetta di pizza” all’interno di un tweet.

E quindi le Reactions di Facebook sono davvero utili?

Quante volte, dopo aver messo un “mi piace” avete scritto un commento che specificava “ho messo mi piace ma solo perché ti sono vicino” o altra spiegazione che vi salvasse da un possibile imbarazzo?

Forse questi emoji aggiunti al pollice in su non sono solo un giochino divertente, e sicuramente in Facebook ci hanno pensato molto bene prima di decidere quali e quanti simboli introdurre.

Come spiega un post di Techrepublic, la varietà di reazioni ci invita a essere meno timidi e a partecipare e interagire con quello che ci passa davanti su Facebook perché un emoji porta con sé un commento più preciso, che rischia meno di essere frainteso.

L’esempio più chiaro è proprio la notizia dai contenuti molto forti o negativi: commentarla con un pollice alzato potrebbe sembrare indelicato o fuorviante, ma con una faccina che dice “questa notizia mi fa sentire arrabbiato” abbiamo meno paura di essere fraintesi e siamo più portati a inserirla dove forse prima non ci saremmo proprio espressi. In altre parole, grazie alle Reactions la comunicazione tra una pagina Facebook e le persone, o tra amici, può migliorare per quantità e qualità.

Gli emoji nelle comunicazioni più formali

Mai e poi mai un emoji (o una emoticon, le faccine create con la punteggiatura), in una email o nei post di una pagina Facebook aziendale? Non è detto: anche in questi contesti la comunicazione potrebbe migliorare.

Come spiega ancora Buffer, ecco alcuni casi in cui gli emoji potrebbero davvero essere utili:

Per smorzare l’effetto di una critica

Nel momento delicatissimo in cui diciamo a una persona che ha commesso un errore o che potrebbe fare di meglio – e quindi la stiamo criticando – un sorriso vicino alle parole aiuta chi riceve la critica a percepire le buone intenzioni del mittente.

Per sembrare più amichevoli

Quante volte non osiamo avvicinare chi è a capo di un team o esperto di una materia perché ci sembra irraggiungibile? Chi vuole mostrarsi più amichevole e avvicinabile di quanto possa sembrare a prima vista può farlo anche usando gli emoji, aprendo la strada al dialogo e al confronto.

Per migliorare i rapporti di lavoro

Con clienti e fornitori e anche con i colleghi, specie quando questi lavorano in sedi diverse e l’unico modo per parlarsi senza alzare di continuo il telefono sono le chat e le email: agli emoji possiamo affidare il compito di chiarire e “alleggerire” i nostri messaggi.

Insomma, gli emoji sono ovunque, le usiamo sempre di più e ne vogliamo sempre di più: ricordarci quanto ormai siano parte della nostra comunicazione ci aiuterà a usarle sempre per portare ancora più valore e senso nelle nostre comunicazioni, anche quelle più delicate. Buon divertimento!

 

Soluzione

Le emoji più utilizzate sono le “happy faces”, le faccine sorridenti: tra queste la più gettonata è la faccina che ride fino alle lacrime, la “faccia con lacrime di gioia” che nel 2015 è entrata come parola dell’anno nell’Oxford English Dictionary.

emoji faccina che ride fino alle lacrime
La fonte di questa informazione è SwiftKey, applicazione per mobile che sostituisce la tastiera di default, che ha studiato più di un miliardo di dati ricavati dall’uso della sua app.

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